Il genere letterario della sapienza (ebr.chokma, gr.sophia) è una particolarità della letteratura religiosa dell'Egitto e dell'oriente antico . «Sapienza» è nella visione dell'AT qualcosa di originario, ma anche qualcosa che si può apprendere ed esercitare. Si tratta di una competenza intellettuale, di un sapere, ma anche di una scienza che si può comprendere mediante l'esperienza o una riflessione critica.
Questa conoscenza permette di evitare le situazioni di crisi, di superarle e quindi di riuscire a condurre una vita in pienezza, sia come individuo che come comunità. L'essere dell'uomo viene compreso come un dono divino ordinato. Questa comprensione è data dalla sapienza e può quindi essere salvaguardata. La «sapienza» appare in contesti e generi letterari differenti. Ogni testo è il risultato di una riflessione su esperienze particolari e ha fondamentalmente uno scopo didattico. La sapienza biblica è stata spesso compresa come un genere letterario composto da uomini per altri uomini, e tuttavia sono riconoscibili all'interno delle diverse opere indizi che mostrano come anche le donne siano state direttamente interessate e coinvolte nel processo di trasmissione della conoscenza, avendo così parte alla formulazione e alla trasmissione di lavori di carattere sapienziale. La sapienza si orienta soprattutto nei confronti del singolo e della sua interiorità, tuttavia rispetta anche gli effetti che vengono provocati dal suo comportamento esteriore e da quelli che si riferiscono al benessere della società tutta.
Proverbi 8,24-31
Genesi 1,1-2
Zaccaria 13,1-6
2 Maccabei 2,12-15
Siracide 1,1-14
Qoelet 2,12-16
Proverbi 30,19-20
Nel canone biblico greco i libri sapienziali sono sette: Giobbe; Salmi; Proverbi; Qohelet (o Ecclesiaste); Cantico dei Cantici; Sapienza; Siracide (o Ecclesiastico)